- 22 Maggio 2023
- Posted by: labionda
- Categoria: Blog & News

In questi primi mesi del 2023 il pellet si sta dimostrando una soluzione energetica sempre più conveniente: grazie alla riduzione del 10% dell’IVA voluta dal governo, gli aumenti di prezzo del 2022 stanno rientrando.
I rincari del 2022
Nel 2022, il prezzo del pellet ha toccato picchi mai registrati prima a causa della crisi tra Russia e Ucraina che ha determinato un aumento del prezzo del gas naturale pari a 25 volte.
Per questo motivo la stagione invernale appena trascorsa ha visto un ulteriore balzo in avanti del consumo della biomassa da parte degli italiani; una scelta che ha provocato un aumento del prezzo dovuto alla domanda ma anche ad un incremento dei costi di produzione, lavorazione e trasporto del biocombustibile.
A far lievitare i prezzi anche la scarsa reperibilità della materia prima, dato che l’Italia non è tra i maggiori produttori di pellet; su 3,35 milioni di tonnellate consumate su base annua, soltanto 450.000 tonnellate sono prodotte in Italia: circa l’85% del fabbisogno nazionale viene importato da Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e Croazia.
Gli incentivi del settore
Il prezzo del legno negli ultimi mesi ha subito una flessione dopo gli aumenti dei mesi scorsi e la situazione ora sembrerebbe ridimensionarsi: a partire da dicembre 2022 c’è stato un calo del prezzo del 17%, frutto soprattutto dell’abbassamento dell’IVA – dal 22% al 10% – introdotta dalla Legge di Bilancio 2023. Secondo i dati raccolti da AIEL, a gennaio il costo di un sacco di pellet da 15kg si aggirava su una media di €9,21 e negli ultimi mesi si è registrato un ulteriore calo di €1,70, se si confronta con dicembre 2022.
Un ruolo determinante in questo nuovo pricing al ribasso, lo sta sicuramente avendo la promozione della produzione nazionale che mira a ridurre la dipendenza di approvvigionamento dagli altri Stati e aiutare una tracciabilità certificata attraverso una selvicoltura attiva e sostenibile: ciò garantirebbe anche uno sviluppo dell’industria della lavorazione del legno, dai cui scarti vengono prodotti i biocombustibili legnosi come pellet, cippato e legna da ardere.
Cosa fare nei prossimi mesi?
Pertanto, secondo le previsioni per i prossimi mesi, il prezzo del pellet non dovrebbe subire aumenti significativi e il mercato dovrebbe restare competitivo, anche a seguito di un inverno particolarmente mite che in generale ha ridotto i consumi di combustibile.
Adesso, in vista di una stagione climaticamente più mite, è molto importante pianificare con largo anticipo gli acquisti di pellet, data l’ampia disponibilità di materiale ed i prezzi contenuti sul mercato.
Muoversi con il dovuto anticipo permette di beneficiare di un notevole risparmio sui costi del riscaldamento, senza dover affrontare eventuali rialzi di prezzo che potrebbero verificarsi in futuro.