- 4 Maggio 2023
- Posted by: labionda
- Categoria: Blog & News

Valorizzare la biomassa vuol dire valorizzare la foresta, habitat naturale del legno fonte di approvvigionamento dell’intera filiera.
In un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale, oggi solo il 18% della superficie forestale italiana è soggetta a piani di gestione forestale.
Una percentuale sotto la media europea che, nel tempo, porta ad un avanzamento del bosco a discapito di tutte le attività agro-pastorali montane: una mancata valorizzazione economica che comporta perdita di opportunità di lavoro e conseguente spopolamento del territorio.
Le foreste in Italia
Il basso tasso di prelievo di legname da siti forestali presenti sul territorio italiano, comporta una forte dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento: l’Italia rimane, infatti, un grosso importatore di legname e di combustibili legnosi, legna da ardere, pellet e cippato. La valorizzazione della biomassa per la produzione di energia rappresenta una soluzione polifunzionale perché offre un valore economico positivo attraverso lo smaltimento di assortimenti legnosi che altrimenti verrebbero lasciati al suolo.
Un potenziale inespresso
Il bosco italiano si estende su 11 milioni di ettari (36% della superficie nazionale) e negli ultimi 50 anni è cresciuto fino a raddoppiare arrivando oggi a misurare 587.000 ettari.
A fronte di una media europea del 62% circa, la quantità annuale di legname prelevato in Italia dai boschi, mediante operazioni selvicolturali, registra una media annuale del 27% dell’accrescimento boschivo. Inoltre, storicamente, dal bosco italiano si è sempre estratta una grossa quantità di legna da destinare ad uso energetico (nel 2018, l’84% del totale).
Questi dati sono utili a farci capire quanto il potenziale del patrimonio forestale resti ad oggi inespresso a causa di una mancata gestione di un’ampia parte della superficie idonea al foraggiamento del settore energetico.
Per quanto sia bene ricordare che il 100% della superficie forestale italiana è soggetto a vincolo paesaggistico e gli interventi selvicolturali e le attività di taglio sono assoggettate a criteri di valutazione, approvazione e controllo, è anche vero che gli strumenti di controllo e gestione del bosco e della massa legnosa devono essere sensibilmente potenziati per venire incontro agli obiettivi europei di sostenibilità e decarbonizzazione al 2050.
Il parere di Antonio Brunori
Antonio Brunori – Segretario Generale PEFC, condivide la sua prospettiva sul tema della valorizzazione della filiera agroforestale, con una particolare attenzione alle possibilità di utilizzo della legna in ambito gastronomico.
«Spesso facciamo attenzione alla qualità e alla provenienza del cibo, tralasciando la qualità del legno con cui si cuoce: ecco perché diventa sempre più un fattore di responsabilità una giusta sensibilizzazione dei consumatori nel considerare tutto il processo che parte dall’approvvigionamento responsabile del legno.
Una corretta gestione nella fornitura del legname è parte di un pensiero che parte dalla coltivazione fino ad arrivare a tutte le variabili specifiche che qualificano e declinano le diverse applicazioni d’uso e valorizzazione della filiera.
Oggi “mettersi a tavola” dovrebbe significare gustare un pezzo di storia e di cultura del territorio».